«Via lusso e sfizi e si riparte». Per il gruppo Galdabini, attivo con due stabilimenti a Varese e in Svizzera nella produzione di presse per la deformazione dei metalli, quello appena passato più che un periodo di crisi è stata un'occasione per ripensare e ottimizzare l'organizzazione interna in vista delle molte scommesse future.
Sfide che per l'azienda varesina coincidono con la riconquista delle proprie posizioni di mercato in Germania, Cina, India e Sudamerica.
«La crisi – conferma il presidente Luigi Galdabini – ha creato uno scenario tutto nuovo da cui partire per chi ha qualità e inventiva da proporre. Certo – ammette – le difficoltà nei mesi scorsi le abbiamo sentite. In particolare, molte trattative in corso sono state congelate e molti ordini già acquisiti sono stati cancellati di colpo. Ma a partire da novembre, per fortuna, la congiuntura è cambiata».
Galdabini parla di un generale miglioramento del clima fra fornitori e clienti: «Sono un paio di mesi che si è passati dalla sfiducia alla non sfiducia. Ancora presto, infatti, per parlare di fiducia vera e propria, ma c'è di bello che il mercato sta dimostrando di saper reagire e di avere tutte le carte in regola per trainare fuori dal tunnel l'economia».
L'azienda, in tutto 120 dipendenti, aveva chiuso il 2008 con «l'ottimo risultato» di 30 milioni di euro di fatturato.
Il 2009, invece, ha registrato un decremento del 30 per cento: «Siamo riusciti ad arginare le perdite – spiega – e poi c'è anche da dire che per noi il 2008 era stato un anno straordinario».
Ora, però, al quartier generale di Varese pensano all'esercizio in corso: «Partiamo con un carico d'ordini più ridotto – conclude Galdabini – ma ci aspettiamo di mantenere nell'anno i buoni livelli inaugurati a novembre».
